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Recensione del Volume “L’Eccidio di Decima” di Gianluca Stanzani

Lunedì 5 aprile 1920, nel cortile delle scuole elementari di Decima, venne indetto un comizio per i contadini e i mezzadri della Vecchia Camera del Lavoro. L’argomento dell’incontro era relativo allo stato di vertenza agraria, allora in corso, che vedeva la Vecchia Camera del Lavoro, unitamente alla Camera del Lavoro socialista, contrapposte all’Associazione Agraria Bolognese.

Alle ore 17 di quel giorno, di fronte ad un nutrito numero di partecipanti, Campagnoli e Comastri, dirigenti sindacali, pronunciarono con acceso fervore parole di accusa nei confronti del governo, la forza pubblica, gli agrari.

La tensione era altissima, e in seguito all’esplosione di un sifone d’acqua, una scheggia di vetro ferì lievemente il vice commissario di P.S. di Persiceto De Carolis.

Alla vista del sangue, il brigadiere dei reali carabinieri Folletig, diede ordine di sparare sulla folla. A fine giornata si contarono 8 morti e 40 feriti. “Hanno fatto un camposanto…” così parlò una popolana intervistata da un giornalista.

Il libro di William Pedrini “L’eccidio di Decima” edito da Marefosca, non vuole riaprire l’esame dei fatti di quella giornata, le cui responsabilità sono palesi, ma partendo da questo episodio, tutt’altro che isolato (vedasi il fatto di sangue del 7 aprile a Modena), vuole delineare il contesto nel quale l’eccidio, uno dei più gravi che tutta la storia moderna d’Italia ricordi, venne ad incardinarsi.

Tramite l’ausilio delle carte della Prefettura di Bologna, William Pedrini ci rende partecipi del clima di quegli anni, dove implicazioni politiche e sociali andarono ad innescarsi. E come scrive Carlo D’Adamo nella presentazione del libro: “Ecco allora che la narrazione di un fatto che appartiene alla cronaca di Decima diventa storia d’Italia, perché si colloca in un processo di costruzione del fascismo comune a tutto il nostro Paese, e ripropone nel micro mondo della frazione persicetana le stesse pulsioni, i meccanismi e le contraddizioni della grande storia” E ancora: “Nel 1920 da quel groviglio di tensioni, nonostante la forza e l’organizzazione del partito socialista, scaturì il fascismo. Sarebbe bene non dimenticarlo”.
Gianluca Stanzani da “Carta Bianca”, n. 2/2018

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