La fola ed Pinocchio
La fola ed Pinocchio
Libera interpretazione in lingua bolognese, in quartine a rime baciate, di “Le avventure di Pinocchio” di Collodi
a cura di Peppino Serra – Anno 1989
Presentazione di S.E. mons. Giacomo Biffi – Arcivescovo di Bologna
Disegni di Roberto Ramponi
Note e progettazione grafica di Floriano Govoni
“…Pinocchio può ben essere considerato la nostra fiaba nazionale per eccellenza. Non ce n’è altre che più di questa sia penetrata nella coscienza popolare di tutte le regioni d’Italia, che sia più nota, che in ogni angolo della penisola sia della gente comune riconosciuta come appartenente al suo patrimonio culturale.
… la vera gloria di Carlo Lorenzini detto Collodi è quella di aver saputo diventare la voce di un popolo e di immettere nel suo racconto tutta la ricchezza ideale che si celava nell’animo della nazione. In qualche modo-come e più che il romanzo manzoniano, che è in fondo più lombardo che universalmente italiano-questo libro è stato uno dei fattori più cospicui di una unificazione imposta ed esteriore degli italiani…
Allora, la traduzione in uno dei nostri dialetti non rappresenta forse una degradazione del capolavoro al livello di una stretta regionalità?
Al contrario: Pinocchio divenuto fiaba in versi vernacoli è un Pinocchio restituito al suo autentico proprietario, che è il popolo delle diverse parti d’Italia, il paese dall’unica antica anima cattolica e dalle cento parlate. C’è solo da augurarsi che questa impresa sia tentata per tutti i nostri dialetti.
Come l’anima cattolica, anche gli idiomi umili e vivi sono oggi insidiati dalla società massificata che si va progressivamente estendendo. Ma gli uni e gli altri sono valori inestimabili da salvare.
Chi, come il simpatico autore di questo Pinocchio emiliano, si adopera per questo salvataggio, ha diritto a tutta la nostra gratitudine”.
Dalla presentazione
di S.E. mons. Giacomo Biffi
Arcivescovo di Bologna