Dicembre 2020 – Esposizione della nativià dello scultore Luciano Nenzioni
L’associazione Culturale Marefosca, la Parrocchia di San Matteo della Decima con il patrocinio del Comune di San Giovani in Persiceto presentano:
Esposizoine della natività dello scultore Luciano Nenzioni
20 dicembre 2020 – 7 gennaio 2021 • c/o Chiesolino Via Cento, 259 | San matteo della Decima
Nel Natale 2020 la capanna che ha dato riparo a Maria e Giuseppe è il Chiesolino di Decima.
Per il Bambino, e per tutti noi, questo è il segno della presenza materna di Maria “Rifugio dei peccatori e Aiuto dei cristiani” con l’augurio a Decima di essere sempre più una comunità unita e solidale.
Marefosca ringrazia il parroco della chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano in Bologna per la gen-tile concessione dell’opera
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Luciano Nenzioni (1916-2008)
Luciano Nenzioni nacque a Bologna nel 1916.
Con la sua arte fu sempre impegnato alla costante ricerca estetica, alla stilizzazione della natura, sino ad arrivare al suo estremo simbolismo. Tenne la sua prima perso-nale nel 1956, a Bologna, ma è dal 1970 che si diede all’arte con impegno previle-giando figure di guerrieri, giullari, dame, cavalieri, cavalli e altri eleganti animali.
A questo filone Nenzioni accostò quello religioso con cristi dolenti, vie crucis, ma-donne e presepi. Un’attività che svolgeva per la propria soddisfazione personale più che per il mercato. Sebbene abbia esposto in varie città italiane, e che le sue opere si trovino in molte collezioni private, in enti pubblici e religiosi, non ha mai cercato il grande pubblico ma i pochi sinceri cultori dell’arte.
Spesso i suoi dipinti, e le sue sculture, venivano creati utilizzando materiali per l’edi-lizia, trattati con collanti e resine, con originalità e freschezza.
I suoi lavori non nascondano la costante ricerca, post-informale, di un lirismo este-tico. Affermava: “Mi piace pensare ai miei lavori come nati nel silenzio e limati, con calibrati giochi di luci e di ombre, alla ricerca dell’essenzialità e della spiritualità…” Lo testimoniano i suoi cippi di Monte Sole, i crocefissi contorti dalla passione e dal dolore, i suoi presepi e i battisteri di alcune chiese.
Nel 1991 Giancarlo Fabbri scrissi su di lui un articolo per la rivista pianorese “Il Pun-to” e lo definì: “L’artista del silenzio”.
Nel 2008 se n’è andato in silenzio, quasi come avesse timore di disturbare…